Dimissioni valide anche in presenza di fatti concludenti

L'articolo di Paolo de Berardinis e Giuseppe Maccarone per Quotidiano del Lavoro

Dimissioni valide anche in presenza di fatti concludenti

Pubblichiamo di seguito un abstract dell’articolo a firma di Paolo de Berardinis e Giuseppe Maccarone per Quotidiano del Lavoro – Il Sole 24 Ore, disponibile per la lettura completa sulla piattaforma a questo link.

***

A distanza di anni dall’entrata in vigore della normativa che ha reso obbligatoria la comunicazione delle dimissioni volontarie al ministero del Lavoro (articolo 26, Dlgs 151/2015), uno degli aspetti più controversi della disposizione torna, indirettamente, a far parlare di sé.
Si tratta del caso in cui il lavoratore si allontana spontaneamente dall’azienda e – incurante degli inviti del datore di lavoro – omette di inoltrare le dimissioni telematiche prescritte.

In questa particolare circostanza, secondo il dettato normativo le dimissioni, se si configurano come tali, non dovrebbero essere efficaci e, per far cessare il rapporto, il datore dovrebbe procedere al licenziamento. Tale recesso implica il versamento del contributo sulle cessazioni dei rapporti di lavoro e ammette il lavoratore, in presenza delle ulteriori condizioni, a fruire della Naspi.

L’occasione di rivedere l’istituto e di stimolare una riflessione sull’argomento della risoluzione del rapporto di lavoro per fatti concludenti, è offerta – oggi – dalla sentenza della Cassazione n. 25583/19, deposita lo scorso 10 ottobre.

Per continuare la lettura cliccare qui.

L’articolo su Il Sole 24 Ore.