Italia Oggi: Studi legali sempre più grandi. Il 2019 è l’anno delle aggregazioni
L’approfondimento di Antonio Ranalli su Italia Oggi punta la lente sulle aggregazioni professionali e le partnership tra studi.
Per la Labour Alliance nata dalla sinergia tra de Berardinis Mozzi e Castaldi Partners, l’intervista all’avv. Paolo de Berardinis.
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Il 2019 si prospetta come l’anno delle fusioni tra studi legali. Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da un inedita vivacità del mercato legale. Aspetto che in passato riguardava soprattutto i grandi studi internazionali che, nel momento in cui si apprestavano ad aprire sedi in Italia, molte volte procedevano all accorpamento di studi già esistenti e con cui c erano già un rapporto di collaborazione. Un fenomeno che invece oggi riguarda soprattutto realtà di varie dimensioni, con una vivacità anche nelle realtà di provincia, sempre con l obiettivo di crescere ed espandersi sul mercato.
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Non solo fusioni, ma anche collaborazioni quelle che interessano diversi studi legali. È il caso della Labour Alliance, che unisce gli studi de Berardinis Mozzi e Castaldi- Partners. «Quando, assieme al collega Enrico Castaldi, fondatore di CastaldiPartners abbiamo cominciato a pensare ad una modalità di collaborazione tra i nostri studi abbiamo subito, quasi istintivamente, scartato le vie tradizionali quali, a esempio, una fusione», spiega Paolo de Berardinis, partner di de Berardinis Mozzi e cofondatore della Labour Alliance insieme a Castaldi- Partners, «l opzione è stata culturale: creare una collaborazione tra gli studi ponendo al centro la materia del diritto del lavoro, espandendo in tal modo le possibilità di collaborazione dell uno e dell altro studio attraverso, da un lato, un esperienza ultra decennale nel campo del diritto del lavoro quale quella dello Studio de Berardinis e Mozzi , e dall altro lato, una vocazione e una struttura internazionale in particolare sull asse Milano-Parigi-Londra propria dello studio CataldiPartners. L approccio che si è scelto, che discende direttamente dalla opzione culturale, si traduce in una unificazione dei modi di fare, che a sua volta si basa sostanzialmente sul lavorare insieme, sul pensarsi costantemente insieme per creare nuove e comuni occasioni professionali. È da qui che sono partite le nostre idee, dunque non schemi preconfezionati tipici e tradizionali, ma apporti, idee, spunti, persino provocazioni, per poi giungere a stabilire le regole. Un percorso all inverso rispetto a ciò che in genere si fa decidendo prima le regole, che non sempre funzionano, privilegiando invece l identità culturale che attiene alla materia da condividere che può essere un collante ben superiore rispetto alle prassi ai vincoli e via dicendo. Detto così sembrerebbe una scelta quasi destrutturante, ma non lo è, perché da qui a poco tutti i professionisti dei nostri studi decideranno come lavorare insieme, apriranno pertanto le loro esperienze al contributo degli altri. Sarà, ne sono certo, un percorso articolato ma nello stesso tempo molto stimolante e, mi sia consentito il vezzo, allo stato, unico».
L’intero contributo di Italia Oggi è disponibile qui.