Covid-19 e telemedicina WhatsApp, chat e email: attenzione alla privacy dei pazienti, rischio maxi multe per i medici
Di seguito riportiamo un abstract dell’articolo pubblicato da Diritto24 che tratta gli effetti collaterali delle nuove modalità di gestione del rapporto medico-paziente in fase Covid-19 e delle criticità rilevate in termini di violazione della riservatezza dei dati personali e sanitari delle persone. L’allarme è stato lanciato da Consulcesi & Partners, network legale a tutela degli operatori sanitari di cui lo studio de Berardinis Mozzi è Partner, con l’intervento del nostro avv. Ciro Galliano, anche consulente di C&P, intervistato in merito a privacy e digitale.
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In Italia primato europeo di sanzioni, gli errori più comuni degli studi medici
I consigli di C&P per essere in regola con le normative europee
App, messaggi e videochiamate piacciono a medici e pazienti: creano un rapporto diretto, riducono i tempi d’attesa e cancellano la burocrazia. Ne abbiamo avuto dimostrazione durante la quarantena, con un’impennata di webinar, consulti telefonici e online. Ma attenzione, senza le dovute cautele, si può compromettere un bene prezioso, il cui valore è ancora sottovalutato: i dati personali e sanitari del paziente.
L’allarme arriva da Consulcesi & Partners network legale a tutela degli operatori sanitari. «Il rischio per i professionisti sanitari è molto alto perché loro sono i depositari dei cosiddetti dati sensibili che secondo il Regolamento generale per la protezione dei dati GPDR sono sottoposti a tutela particolarmente severa. In caso di errato trattamento dei dati, le sanzioni potrebbero arrivare fino 20 milioni di euro o, se superiore, fino al 4% del fatturato globale. Ora, – ci tiene a precisare C&P – tale importo è la previsione massima e difficilmente si arriverà a tali cifre per un singolo medico, ma sicuramente l’Autorità Garante potrà disporre sanzioni di diverse migliaia di euro. (il rapporto Federprivacy, stima una media di 145 mila euro in sanzioni). A questo, si aggiunge il rischio che il paziente possa proporre un’azione per richiedere il risarcimento dei danni. E non escluso che gli Ordini possano conseguentemente disporre provvedimenti disciplinari» sostiene Ciro Galiano, avvocato consulente di Consulcesi & Partners esperto in privacy e digitale.
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